Manifesto per la Noosfera  
  Scritto da antonio  
   
 

Brano tratto da “Manifesto for the Noosphere: The Next Stage in the Evolution of Human Consciousness” (Manifesto per la Noosfera: Il prossimo stadio nell’Evoluzione della Coscienza Umana” di José Argüelles/Valum Votan - pubblicazione in lingua inglese prevista per Ottobre 2011)

 

Noi dobbiamo ampliare il nostro approccio per comprendere la formazione che sta avendo luogo davanti ai nostri occhi... di una particolare entità biologica come non ne sono mai esistite sulla Terra – la crescita, al di fuori e al di sopra della biosfera, di un ulteriore strato planetario, un involucro di sostanza pensante a cui, per ragioni di praticità e simmetria, ho dato il nome di Noosfera

 

Pierre Teilhard de Chardin

The Future of Man (Il Futuro dell’Uomo)

Manifesto per la Noosfera è il risultato di quarant’anni di studio, contemplazione, ricerca e sintesi. La noosfera va probabilmente al di là della capacità di comprensione della scienza convenzionale, ma è un’intuizione profonda e penetrante che ha fatto presa sulle menti di scienziati, filosofi, poeti e artisti fin dal momento in cui questo concetto è emerso per la prima volta, nel 1926. È un concetto evolutivo originato da ricerche sia nel campo della biogeochimica che in quello della paleontologia. È un paradigma d’insieme che fonde profezia e analisi degli attuali trend mondiali. È una percezione che la trasformazione della biosfera porta inevitabilmente ad una nuova epoca geologica e a un nuovo ciclo evolutivo; ed è per l’impatto del pensiero umano sull’ambiente che questa nuova era – la Noosfera – sta per sorgere. 

Il termine “noosfera” si riferisce all’involucro o guaina mentale di pensiero che circonda la Terra, e deriva dal greco nous, ‘mente’. Il presentimento della noosfera si è pienamente risvegliato in me nel 1969, mentre osservavo in televisione l’immagine della Terra vista dallo spazio. Subito dopo, organizzai il Primo Festival della Terra e, insieme ai miei studenti dell’Università di Davis in California, trasformammo il quadrilatero centrale del campus nel “villaggio globale”, in previsione della prima Giornata della Terra programmata un mese dopo, il 22 Aprile 1970. 

All’incirca nello stesso periodo scambiai una fertile corrispondenza con Buckminster Fuller, che per primo mi suggerì l’esistenza di un sistema di archiviazione e recupero dell’informazione, esistente sotto forma di una specie di campo psichico o fascia di pensiero attorno al pianeta. Era grazie a questo sistema – mi scriveva Fuller – che poteva conversare con i filosofi pre-socratici mentre passeggiava sulla spiaggia. 

Il Primo Festival della Terra stimolò l’interesse dell’astrologo e filosofo planetario Dane Rudhyar, il cui libro The Planetarization of Consciousness (1970) era appena stato pubblicato. Nacque così un’immediata amicizia e, tra l’altro, Rudhyar mi fece conoscere le ricerche di Oliver Reiser, un fisico dell’Università di Pittsburgh. Nel suo monumentale volume Cosmic Humanism (1966), Reiser propone una visione della noosfera costituita da un campo psi situato tra – ed in risonanza con – le due fasce di radiazione che definiscono il campo elettromagnetico della Terra.

Reiser ipotizzava anche che il campo psi, un "apparato sensorio del mondo" informato dal DNA, consiste in due metà – una orientale (intuitiva) e una occidentale (analitica) – che funzionano olonomicamente come i due emisferi del cervello umano.

Nel mio libro The Transformative Vision (1975) ho amplificato il concetto formulato da Reiser, collegando i due princìpi che governano la storia della coscienza umana – psiche e techne, i due lati del cervello umano e planetario. Pur riconoscendo – tra le altre – la visione di Teilhard de Chardin, la prospettiva del libro è stata influenzata anche dalle tradizioni profetiche Hopi, Induiste, Messicane e Maya. Ma è in base al concetto della Terra e dei suoi emisferi (orientale ed occidentale, come anche settentrionale e meridionale) che The Transformative Vision fonda l’idea di un principio superiore unificante della coscienza planetaria, che dirige la progressione della Storia e delle ere mondiali in generale. 

In Earth Ascending (1984), elaborando ulteriormente il concetto di “pianeti con noosfera” formulato da Teilhard de Chardin, ho sostenuto l’esistenza di un banco psi, il sistema di archiviazione e recupero dell’informazione codificato nella noosfera e il programma di regolazione del DNA, che (secondo Reiser) sono localizzati tra – ed in risonanza con – le due fasce di radiazione del campo elettromagnetico della Terra. Il banco psi è stato di fondamentale importanza per le mie opere successive, tra cui Il Fattore Maya nel 1987 (WIP Edizioni, 1999), The Call of Pacal Votan: Time Is the Fourth Dimension (1996), e Time and the Technosphere (2002).

I miei studi sulla matematica del calendario Maya e la successiva scoperta della Legge del Tempo come principio universale di sincronizzazione, oltre all’influenza dell’opera di Vladimir I. Vernadsky, approfondirono ulteriormente la mia comprensione della noosfera. Grazie ai miei viaggi in Russia e ai miei dialoghi con scienziati russi di punta, ho potuto constatare quanto fosse ampiamente diffuso, nella vita intellettuale russa, il concetto di noosfera. Nel 2003 sono diventato membro operativo dell’Assemblea Mondiale Noosferica Spirituale ed Ecologica, che ha la sua base operativa a Mosca. Avendo già convocato a Brasilia il Primo (1996) ed il Secondo (2006) Congresso Mondiale dei Diritti Biosferici, nel 2009 avanzai la proposta di tenere a Bali il Primo Congresso Noosferico Mondiale – evento che si è poi evoluto in una quantità di Congressi Noosferici bioregionali sincronizzati il 22 Luglio 2009.

Tutto questo non sarebbe avvenuto se non fosse stato per un sacerdote gesuita, Pierre Teilhard de Chardin, che coniò il concetto e il termine stesso in un accesso di ispirazione, mentre prestava servizio come barelliere-portantino nelle trincee delle prime linee della Prima Guerra Mondiale. Paleontologo di fama, Teilhard de Chardin scrisse molto sulla noosfera in libri come The Future of Man (1959) e Man's Place in Nature (1956). Nel 1926 lui e il suo collega gesuita Edouard Le Roy, filosofo, incontrarono il geochimico sovietico Vladimir I. Vernadsky, con cui concordarono nel definire il concetto di noosfera – nelle chiare e semplici parole di Vernadsky, scritte alla fine della Seconda Guerra Mondiale:

Il processo storico si sta trasformando radicalmente sotto i nostri occhi... La specie umana nel suo insieme sta diventando una poderosa forza geologica. La mente e l’opera dell’umanità si trovano di fronte al problema di ricostruire la biosfera nell’interesse di un’umanità di liberi pensatori, intesa come singola unità. Questo nuovo stato del mondo a cui ci stiamo avvicinando senza rendercene conto è la “Noosfera”. 

Esattamente come la biosfera è il campo unificato della vita e dei suoi sistemi di supporto – la regione per la trasformazione dell’energia cosmica sulla Terra, per usare l’espressione di Vernadsky – così la noosfera è il campo unificato della mente, il riflesso psichico della biosfera. E poiché noi, come specie – la somma totale delle cellule portatrici di coscienza della Terra in evoluzione – non ci siamo ancora risvegliati al nostro ruolo di organismo planetario, allo stesso modo neanche la noosfera è ancora pienamente cosciente. Quando l’umanità diverrà cosciente di se stessa come singolo organismo e si unirà per attivare la noosfera, allora troveremo la determinazione e la volontà collettiva di ricostruire la biosfera, e deviare l’energia della razza umana da un cammino di distruzione basato su un’astrazione meccanizzata dalla natura ad un nuovo ordine armonico di realtà super-organica basata su uno stato completamente diverso di coscienza, mai esistito finora sulla Terra. 

Tale è la premessa fondamentale alla base del Manifesto per la Noosfera. Le mie sensazioni della Noosfera sono molto profonde. Da un lato credo che essa sia inevitabile, dall’altro sono convinto che la sua attivazione richieda uno sforzo collettivo consapevole da parte – almeno – di una porzione critica dell’umanità. Credo anche che il suo avvento come fenomeno planetario cosciente sia prossimo alla data profetica del 2012, e dia alla focalizzazione di massa della mente in quella data un profondo significato evolutivo.

Studiando i dati relativi alle attuali tendenze mondiali, risulta evidente che l’anno 2012 segna la soglia della transizione biosfera-noosfera, un termine teorico che punta alla risoluzione della crisi planetaria odierna in un nuovo stato dell’essere. Questa è, ad esempio, la base del lavoro di Ervin Laszlo e del suo WorldShift 2012 (2009): questo autore vede quella data come il punto di trasformazione dei nostri propositi ed obiettivi umani. In quanto prossimo stadio dell’evoluzione della coscienza e della vita sulla Terra, la Noosfera è l’unica soluzione concepibile – se vogliamo sopravvivere agli effetti di cinquemila anni di terribile escalation della guerra, e di cinquecento anni di materialismo che pervade ogni cosa. Quando comprendiamo e sosteniamo tutti gli sforzi compiuti per rendere cosciente la noosfera, contribuiamo alla nostra stessa evoluzione dall’attuale stato di disordine e caos verso una “unica entità umana di libero pensiero” (Vernadsky). Questo è ciò che risolverà la crisi: l’avvento di un nuovo stato di coscienza che è di grande beneficio per tutti gli esseri umani senza eccezioni, che vengono elevati, e per tutto il pianeta – con l’effetto finale di evolvere la nostra sfera terrestre in un’opera d’arte.   

Uno dei temi principali di questo libro è il concetto di avere una visione della Terra come un’opera d’arte, poiché la transizione alla noosfera indica una profonda trasformazione dei valori e delle priorità umane – dal materialismo e consumismo ad una spiritualità paranormale ‘normalizzata’ e alla pratica dell’elevazione dell’arte al culmine dei valori e delle attività umane. Una pletora di strutture archetipiche, finora represse, sarà liberata grazie alla canalizzazione di possibilità artistiche mai realizzate prima d’ora, che daranno forma ad una simbiosi dell’immaginazione umana e dell’ordine naturale. 

Come il “tempo del sogno” noto ai nostri antenati aborigeni, la noosfera è l’inconscio collettivo spinto verso la consapevolezza cosciente ad un crocevia della Storia. Il medium telepatico super-sottile in cui viviamo – consapevolmente o meno – e che orchestra l’insieme della nostra realtà è la noosfera. Nel corso della nostra storia, gli esseri umani hanno agito come agenti della noosfera, che hanno causato questa transizione epocale ma senza avere la consapevolezza di questo processo, o senza aver coscienza che le nostre azioni tribali e individuali avrebbero portato infine ad un nuovo stato di integrità planetaria collettiva. L’umanità sta attraversando ora la fase finale della sua preparazione all’ingresso collettivo nel nuovo tempo del sogno cosciente. 

Quando parliamo di questo processo come l’accesso ad un nuovo tempo del sogno, stiamo proiettando la Noosfera nel contesto psico-mitico del mito dell’emersione planetaria. Nei miti di questo tipo degli indiani Hopi, la gente viene avvertita e vengono dati segnali chiari affinché ci si attivi in preparazione della cancellazione del vecchio mondo e dell’emersione nella nuova creazione del prossimo mondo. Tale concetto è applicabile alla noosfera come rito planetario di passaggio. Nella prospettiva Hopi, un tale cambiamento è l’emersione dal quarto al quinto mondo, mentre nei miti Aztechi e Messicani, va dal quinto sole al sesto sole della coscienza.

Essendo il mezzo attraverso il quale l’ordine galattico dell’intelligenza evolutiva interagisce con – e in definitiva trasforma – il processo materiale e le espressioni organiche della Terra, la noosfera non è ristretta ad una razionalità limitata o ad significato lineare. Invece, una volta allineati con la noosfera, percepiremo e conosceremo in maniera radiale. Sperimenteremo ogni cosa come serie multiple di corrispondenze che collegano tutto, in un universo multidimensionale sincronicamente armonizzato. 

Aprendoci alla noosfera, noi ci rendiamo disponibili ai livelli di pensiero della civiltà cosmica. L’intelligenza telepatica altamente avanzata comunicata attraverso la noosfera risuona diverse dimensioni di significato, in accordo con i codici quotidiani di sincronicità – il più fondamentale dei quali è codificato nel sincronario delle 13 Lune di 28 giorni. Essere sincronizzati e conoscere simultaneamente sono le principali qualità e caratteristiche del salto alla fase noosferica dell’evoluzione. 

Il nuovo sistema di coscienza e conoscenza canalizzato attraverso la noosfera fornirà la base per una conoscenza avanzata ed una psico-tecnologia che faccia uso delle nostre abilità psichiche. Tale conoscenza rimuoverà tutte le finzioni separatiste che ora ci incatenano ad un conflitto continuo tra il sè e la natura. Nel 2012 daremo inizio al nuovo paradigma di sincronizzazione; a partire dal 2013, avremo accesso alla Noosfera per realizzare una trasformazione della Terra. Questa fase di realizzazione dà inizio all’epoca della Noosfera – il “salto della Mente” tanto atteso.

Il salto ad uno stato dell’essere noosferico rappresenta una focalizzazione ed unificazione collettiva della coscienza umana senza precedenti. Sincronizzandoci in cerchi di armonia sempre più ampi, diventeremo una specie nuova – Homo Noosfericus. La pace creativa sarà implicita nella nostra nuova auto-percezione e nella crescente consapevolezza dell’universo in cui ci troviamo. I problemi che abbiamo di fronte oggi si dissolveranno alla luce di una coscienza che opera in accordo con un programma planetario unificato. Spiritualmente connessi, e agendo con una prospettiva autenticamente planetaria e galattica, danzeremo al ritmo crescente della Supermente cosmica. L’arte diventerà il nostro stile di vita.